Weekit Home Page
08/03/2006
marco_sito.jpgFantapolitica, portafoglio e super-ministero
 
Terza pagina
Free download
Sviluppare con Java
Sviluppare con .Net
Sviluppare con Linux
Rischio zero
Rfid
Osservatorio
E-Learning
L'informatica addosso
Made in Italy
La legge della rete
Intorno al computer
La quadratura del cerchio
TAG
Polemiche
 
 
Integrare
 
 
 
Proteggere
 
 
 
Gestire
 
 
 
Comunicare
 
 
 
Sala convegni
 
 
Comunicare

I mass media muoiono? Arrivano i «media umidi»
PDF Stampa E-mail
 
di Stefania Garassini
16/02/2006


I mass media per come siamo abituati a conoscerli sono più o meno agonizzanti, almeno stando a quanto si sente nel giro degli studiosi che tastano loro il polso. I personal media dovrebbero sostituirli, ma il processo è lento, e poi cosa siano esattamente non è del tutto chiaro: telefoni cellulari, lettori Mp3, personal video recorder, tv digitale?
Una galassia frammentaria e ancora difficile da definire nei suoi contorni in costante divenire. Intanto c’è già chi parla di un nuovo scenario: quello dei «moist media», i media umidi che nascono dall’incontro fra biologia e tecnologia.
La profezia viene da un artista inglese, Roy Ascott, pioniere dell’arte elettronica cui si dedica dagli anni ’60, incuriosito, prima, dalle prospettive della cibernetica e, in seguito, dalle potenzialità connettive di Internet.

Ascott è stato a Milano nei giorni scorsi per partecipare a un convegno sul rapporto fra design e arti tecnologiche organizzato all’interno di un dottorato di ricerca promosso dall’artista alla Naba (Nuova Accademia di Belle Arti), in collaborazione con l’Università di Plymouth in Inghilterra, (per informazioni c’è il sito www.m-node.com).
Presupposto del corso di studi, unico nel panorama italiano, è il legame sempre più stretto fra arti, scienze e tecnologie, aperto a sviluppi imprevedibili. «Viviamo in realtà sempre più complesse», spiega Ascott, «a cavallo fra spazio materiale e cyberspazio, sospesi fra particelle e pixel. Nasce un nuovo universo di media.

La prima fase di questa trasformazione è l’incontro fra i dati astratti del computer e la biologia dei sistemi viventi, ovvero quelli che chiamo “moist media”». Come esempi Ascott cita la pecora clonata Dolly, e fa riferimento a una branca dell’arte tecnologica che crea conigli verdi fluorescenti e simili amenità.
Ma cita anche le suggestive sperimentazioni dell’artista Anne Niemetz, che, in collaborazione con Andrew Pelling, professore della Ucla, esperto di nanotecnologie, ha realizzato l’installazione «The dark side of the cell», in grado di far ascoltare il suono proveniente dalla vibrazione di gruppi di cellule colta attraverso un particolare tipo di microscopio (Atomic Force Microscope, Afm).
Il suono cambia se la cellula è sollecitata con diverse sostanze chimiche, e si estingue del tutto se muore (www.darksideofcell.info). Che anche questi siano media?
statistiche
Newsletter
Scrivici
Credits
Week.it non è distribuito in edicola. Per sapere come abbonarti clicca
qui »
zerouno